martedì 27 ottobre 2015

Dirotta su Cuda

Dirotta su Cuda a cura di Federico Nardi

Il barracuda mediterraneo (Sphyraena viridensis) chiamato comunemente barracuda bocca gialla e a volte impropriamente luccio di mare che in realtà è il suo cugino più piccolo (Sphyraena sphyraena) è sicuramente una delle prede più interessanti dello spinning salt water e ricopre una buona fetta del parco catture grazie ad un presenza abbondante in quasi tutti gli ambienti costieri e quindi di facile accesso a tutti coloro che praticano lo spinning in e off-shore.

Venuto alla ribalta negli ultimi anni grazie al fenomeno di meriodonalizzazione del Mediterraneo,fenomeno per cui in seguito all’aumento della temperatura del mare specie endemiche di habitat temperati subtropicali del Mediterraneo si sono spostate verso zone dove prima non erano presenti,il barracuda è ormai diffuso ovunque dalla Sicilia alla Liguria con somma gioia di noi spinner!
Questo però non vuol dire sia semplice trovarli e spesso la difficoltà maggiore,soprattutto di chi inizia,è capire quale siano gli spot con le migliori chance di successo.


DOVE

Sicuramente il barracuda ha delle preferenze in termini di habitat predilige le coste rocciose con fondali importanti difficilmente lo troveremo su litoranei bassi e sabbiosi;è presente in numerosi branchi intorno alla sommità delle secche dove l’incontro con pesci di taglia è frequente e la pressione di pesca non è asfissiante come lungo la costa, ma è necessaria una barca per poter affrontare questi ottimi spot e non è sempre facile procurasene una restando così una “riserva” di pochi.Su questi spot la pesca si pratica sia di giorno che di notte ma è soprattutto durante le ore di buio che i barracuda si portano negli strati più superficiali d’acqua con maggiori possibilità di fare catture a ripetizione anche di pesci di taglia.

Per quanto riguarda lo spinning in-shore gli spot da cercare sono le punte di scogliere che si affacciano su fondali importanti dove spesso sono presenti correnti che portano nutrienti e innescano la catena alimentare;l’approccio a questi luoghi non è sempre semplice per la difficoltà di raggiungere lo spot e per la scomodità durante l’azione di pesca ma chi ha preso un pesce in scogliera sa che le catture hanno un valore aggiunto per la bellezza selvaggia di questi luoghi.

Gli ambienti portuali sia al interno che all’esterno della diga foranea sono per la semplicità
d’approccio e la presenza a volte massiva di barracuda gli spot più gettonati,spesso non risaltano per bellezza anzi, tuttavia la presenza di luci e di pesce foraggio è un attrattiva irresistibile per i branchi di barracuda che numerosi si aggirano lungo le banchine.
Oltre a questi classici spot ne esistono ovviamente molti altri e ogni zona di pesca ha i suoi che per un motivo o per un altro sono frequentati dai nostri amici barracuda;di solito non è difficile scoprire quali siano le zone migliori essendo anche spesso molto frequentate dagli spinner e per tanto conosciute da molti.

Quando

Conoscere le abitudini del barracuda,così come ogni altra preda dello spinning,è di fondamentale importanza se non si vogliono fare numerose girate a vuoto.
Il “quando” inteso come periodo dell’anno varia a seconda dello spot per esempio la pesca dalla barca sui “cappelli” delle secche dalla barca è tipicamente una pesca primaverile-estiva essendo questi luoghi frequentati molto nel prefrega e durante la frega;durante questo periodo su questi spot le possibilità di agganciare prede veramente belle sono concrete.
Durante l’estate sono ottime anche le scogliere naturali e le dighe foranee esterne dei porti da affrontare però sempre durante le ore notturne quando il traffico di barche si riduce a zero e i barracuda si muovono in caccia indisturbati.
Durante l’autunno il mare torna ad un aspetto più quieto almeno per quanto riguarda il traffico marittimo e i pesci tornano ad avvicinarsi più volentieri;sicuramente durante questo periodo la
pesca più bella è dalle scogliere naturali dove è possibile l’incontro sia col barracuda ma anche lampughe e pelagici.
Durante l’inverno ci concentreremo soprattutto all’interno delle zone portuali ricche di pesce foraggio e molto amate dai branchi di barracuda che a volte molto numerosi vi amano restare per tutta la stagione fredda per poi riallontanarsi in primavera estate.
Ovviamente non sono regole assolute e non vuol dire che d’estate non si prendono barracuda nei porti
o d’inverno sulle secche ma è bene considerare gli usi e costumi dei barracuda quando si pianifica un uscita.
Per il “quando” inteso come momento della giornata ci sono pochi dubbi…i cambi di luce,soprattutto l’alba,sono i momenti magici e anche se è diciamo una regola generale dello spinning in mare per il barracuda ciò è vero all’ennesima potenza con veri e propri momenti di delirio e catture multiple nel giro di mezz’ora quando prima non c’era traccia di pinna.
Il grande occhio del barracuda tradisce la sua indole notturna e infatti le ore di buio sono sempre un momento buono e le catture possono avvenire in qualsiasi momento anche se le ore che seguano il tramonto e precedono l’alba sono forse più proficue.


Come

Per quanto riguarda canna e mulo sicuramente ognuno ha la sua scuola di pensiero ma in linea di massima diciamo che con una 7’6” 1-1/2oz è la canna ideale;come trecciato si va da un 20 ad un 30 lbs a seconda delle necessità;in alcuni ambienti come le aree portuali a volte è necessario forzare molto il pesce per non farlo finire a ridosso di corde,barche e pontili per cui un trecciato sovradimensionato ci può evitare diverse rotture.

Il finale è in fluorocarbon ovviamente, il diametro non sembra influenzare di molto le catture per cui non scendo mai sotto uno 0,50mm che di solito mette al sicuro dai denti del barracuda anche se in realtà quando decide di mangiare l’esca di testa o si pesca con la gomma non c’è fluorocarbon che tenga e il barracuda se ne va con un brutto souvenir.

Per quanto riguarda le esche ci sono pochi dubbi se si vuole andare a pesca di barra c’è una tipologia
di artificiali che non può proprio mancare: i long jerk! Senza questi artificiali ci si complica parecchio la vita; anche se non sono ovviamente le uniche esche efficaci la maggior parte dei lanci viene fatto con un long jerk attaccato al moschettone.Come azione di nuoto un long jerk veramente efficace per il barra dovrebbe avere,a mio giudizio, un movimento di rollio lungo l’asse longitudinale (wobbling) associato a sbandate laterali ridotte piuttosto che un azione side to side marcata che risulta più efficace con serra e altre prede. Il recupero è molto importante ed è sempre stato la chiave di volta dello spinning al barracuda specialmente in certe serate quando ad ogni lancio abbiamo dietro lunghe sagome ma che di attaccare l’esca non ci pensano proprio con grande frustrazione dello spinner…cosa fare allora?

Il primo accorgimento è quello di rallentare il recupero con jerkate morbide e lunghe pause tra una e l’altra, è proprio durante la pausa o nell’immediato ripartire che avviene l’attacco del barracuda che a volte è veramente delicato e capita spesso di veder partire il filo lateralmente ad artificiale fermo tipo mangiata di bass.

Certo non è esaltante stare a palleggiare l’artificiale con piccoli colpi di canna o addirittura di mulinello con recuperi che possono durare anche per più di un minuto ma frequente è l’unico modo per trovare il bandolo della matassa se non si vuole stare tutta la sera a guardare i barra dietro l’esca.

Una cosa da tenere ben presente è che con questo tipo di recupero lento con molte pause è veramente importante la scelta di artificiali affondanti o al massimo suspending per poter far rimanere l’artificiale davanti al muso del barracuda senza risalire verso la superficie,in termini di strike ciò si trasforma in una sostanziale differenza tra un artificiale sinking e uno floating.


Ovviamente ci sono delle serate (troppo poche sfortunatamente) dove i barra attaccano qualsiasi cosa nuoti in acqua e allora va da se che tutte le malizie lasciano un po’ il tempo che trovano molto meglio mettere un popper al moschettone e divertirsi a vedere i barra che escano a candela dall’acqua con l’esca in bocca,ma il più delle volte si ha a che fare con pesci apatici e svogliati e bisogna ingegnarsi per sentire un pesce in canna soprattutto di taglia accettabile.

Altra freccia al nostro arco contro l’indolenza dei barra sono i siliconici per la maggior parte shad di gomma montati preferibilmente su jig head,alle volte sembrano essere l’unica cosa che riesca a smuoverli;hanno però l’inconveniente di essere esche di ridotte dimensioni che spesso finiscono all’interno delle fauci dei pesci con frequente rottura del finale nonostante l’elevato diametro.

Si può ovviare a ciò montando direttamente sull’occhiello dell’esca uno spezzone di acciaio termosaldante di 6-7 centimetri al quale poi attaccheremo il moschettone o meglio ancora legheremo il finale in fluorocarbon.


QUALCHE “TRUCCHETTO”

Per quanto riguarda i colori delle esche, tipo i long jerk per esempio, vige il dogma notte = colori chiari(tipo bianco o giallo acceso) ed è vero ma è vero anche che sono i colori più inflazionati e a mio avviso sono dei colori che rimangono più facilmente impressi nelle memoria storica dei pesci da precedenti esperienze perciò spesso l’andare controtendenza e utilizzare colori naturali-scuri anche nelle ore di crepuscolo può essere risolutivo;più in generale possiamo dire che un cambio di colore può fare la differenza.

Avevo già accennato al fatto che,per la mia esperienza e per il tipo di recupero molto lento che faccio,risultano molto più efficaci tipologie di jerk bait sinking piuttosto che floating per il fatto di rimanere sempre qualche metro dalla superficie e di non risalire durante le frequenti pause.

Altro diciamo “trucchetto” per invogliare i barra in caso di ripetuti inseguimenti senza strike è quello di effettuare 2-3 recuperi lineari anche solo di mulinello piuttosto veloci e poi successivamente effettuarne un paio lenti con pause;spesso il cambio di velocità fa scattare l’istinto del barra tipo “ora o mai più”.

Una cosa che s’impara quasi subito nella pesca del barra è come dopo la prima cattura spesso ne seguono delle altre subito a ruota,probabilmente per la stimolazione delll’istinto di competizione alimentare quindi bisogna essere rapidi nello slamare e rilanciare senza perdere molto tempo in foto o ritratti a pastello lasciando per l’obbiettivo solo gli esemplari di taglia. Portarsi dietro qualche esca siliconica è sempre una buona regola anche solo per spezzare la monotonia cambiando un po’ le regole del gioco andando magari a farle lavorare negli strati d’acqua più profondi;in qualche serata sono state veramente risolutive.

Dopo questa infarinata generale sullo spinning al barracuda che spero abbiate letto volentieri vi svelerò il vero segreto dello spinning…andare a pesca e osservare ciò che sta succedendo nell’acqua e fuori perché è l’unico modo per capire veramente il comportamento dei pesci e ad esso adattare una tecnica di pesca efficace.

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