martedì 7 ottobre 2014

Pesca in mare arriva la licenza

IMPORTANTE: Firma la petizione online contro questa ennesima truffa

Novità in arrivo per i pescatori sportivi in mare, definiti anche dilettanti o ricreativi, ossia tutti coloro che praticano la pesca senza fini di lucro e con il solo fine di divertirsi in barca o da una scogliera, i quali fino ad oggi hanno potuto esercitare il loro hobby preferito senza licenza proprio perché le catture effettuate non finiscono sui banchi dei mercati ittici, bensì sulle loro tavole o, in caso di esemplari di piccola taglia, direttamente in mare.

Ebbene, su di loro grava la minaccia della proposta di legge intitolata '‘Interventi per il settore ittico'’, promossa dall’onorevole Nicodemo Nicodemo Nazzareno Oliverio (Pd) ed attualmente in discussione alla Commissione agricoltura della Camera dei Deputati. Il testo in questione, consta di 26 articoli: 24 riguardano la pesca professionale e l’acquacoltura e appena 2 la pesca sportiva.

Oliverio intende sottoporre all’esame del Parlamento la sua proposta di legge per affrontare ''la generale recessione dell’economia mondiale e nazionale, la quale ha accentuato e accelerato lo stato di sofferenza della filiera ittica. Tant’è - si legge sempre nell’incipit a pagina 1 - che il ricavo dei pescatori di mestiere ndr si è notevolmente contratto e che il settore ittico registra una contrazione del profitto lordo di circa il 15 per cento con l’occupazione in calo ad un ritmo annuo pari al 6 per cento a partire dal 2002 e con l’espulsione dal mercato del lavoro di circa 10.000 unità in sei anni'’.

Premesso ciò, la proposta di legge mira a ‘ridare competitività e sviluppo alle imprese ittiche nazionali, determinandone la crescita dimensionale e il rafforzamento sui mercati globali’, con alcuni finanziamenti mirati come i 10 milioni di euro per le aziende della pesca professionale (articolo 1) o gli aiuti economici agli imprenditori ittici che vogliano realizzare campagne informative per la tutela dei consumatori (articolo 2), oppure i fondi per la creazione di centri di assistenza per lo sviluppo della pesca professionale e dell’acquacoltura ed il reperimento di risorse finanziarie per la cassa integrazione del personale imbarcato (articolo 12).

Già, ma cosa c’entra tutto ciò con i pescatori sportivi? C’entra nella misura in cui i pescatori sportivi potranno contribuire, secondo la proposta di legge, alle esigenze economiche dei loro cugini professionali: l’articolo 24 prevede infatti l’istituzione di una licenza di pesca sportiva a pagamento, i cui proventi dovrebbero finire nel cosiddetto Piano triennale, ossia il fondo del ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali che serve a coprire, in primis, le spese di funzionamento delle associazioni delle cooperative di pesca professionale, che rappresentano proprio i pescatori di mestiere in mare, ed i progetti delle medesime associazioni.

Se la proposta di legge Oliverio proseguisse il suo iter parlamentare il nuovo balzello, generato da questa insolita licenza apposta su un hobby, porterebbe in cassa svariati milioni di euro. Ad esempio, se i pescatori sportivi in mare stimati dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in circa 1 milione di unità dovessero pagare, ipoteticamente, 10 euro l’anno per continuare a praticare la loro attività dilettantistica, nelle casse dello Stato entrerebbe una somma di tutto rispetto.
Il punto però è: cosa ne pensa questo milione di cittadini di un’ulteriore imposta che colpirebbe una delle poche attività ancora libere da tassazione, proprio perché legata allo svago e al tempo libero? E quale è il loro pensiero sulla destinazione d’uso dei proventi della licenza, che finanzierebbe degli operatori commerciali che lucrano direttamente sulle risorse ittiche?
Tratto da
Il Messaggero

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